Per tre anni, Cody ha cercato in tutti i modi di diventare il nuovo People’s Champion, non riuscendoci del tutto. Anche Jon Moxley ci ha provato, alcuni lo hanno definito così, ma nella sostanza anche lui non del tutto è riuscito a conquistare il pieno supporto. Adam Page sì, Adam Page ha superato il test e sta reggendo il confronto con il tempo.

Non stupitevi se non troverete Adam Page vs Bryan Danielson negli awards di fine anno. Per quanto quei 60 minuti meritino tutti gli onori per qualità e storytelling, la nostra redazione ha chiuso le scelte prima che avvenisse. Ecco perché nasce questo pezzo, per riportarne la grandezza stilistica e narrativa. Con un piccolo appunto iniziale e finale.

Vi chiedo nuovamente di non stupirvi. Un secondo pareggio nel giro di pochi mesi fa storcere il naso a chi ha seguito per anni la WWE e basta. Altrove (ROH, NWA, NJPW) è successo e succederà ancora per fini di storyline. Okada vs Omega, Danielson vs Aries, Flair vs Windham, Joe vs Punk, sono i primi riferimenti storici che mi vengono in mente. Certo può deludere i più, ma se il feud proseguirà, avrà perfettamente senso.

Come ha avuto senso il match. Ricordate la prima sfida al microfono? Page disse a Bryan di aver fatto in 25 minuti con Omega quello che il suo avversario non era riuscito a fare. Così per un mese Danielson si è preparato. Doveva essere in grado di fare due cose: o chiudere la pratica prima di 30 minuti o portare Page allo stremo.

I primi 30 minuti sono lì a dirci che Danielson le ha provate (quasi) tutte ma non è riuscito a vincere. E si dispera, e si dimena, nella speranza che questo ragazzo che riteneva inferiore capitoli. Invece cresce. Con il passare dei minuti anche Page sale di livello: il pubblico lo nota, Danielson lo nota. Hangman non è più l’anello debole, insicuro dell’Elite. È un uomo che ha pagato i suoi “debiti” con la storia e ora sta incassando.

Il pubblico lo ha capito. Ancora oggi lo sostiene, nonostante davanti abbia Danielson, non il primo avversario di transizione passato lì per caso. È il loro campione, è quello che li rappresenta meglio. Che sta dimostrando di saper arrivare in fondo al viaggio dell’eroe, tanto caro agli americani.

Bastano i pop e i cori di ogni arena. Dal primo John Cena ad oggi, mai il wrestling americano aveva accolto bene nel lungo termine un face così netto. E la strada appare spianata perché continui a funzionare per tanto tempo ancora.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.