Li ho letti i vostri commenti dopo Elimination Chamber. Li capisco anche. Ora passerò per il solito “fanboy di federazione X che non è la WWE”. Dopo tutto il titolo è un pochino provocatorio. Ma i pensieri sulla federazione dei McMahon li scrivo su questo sito dal lontano 2007, non ho mai evitato di lodarla quando c’era da farlo e mai smesso di criticarla quando c’era da farlo.

La mia difficoltà nell’entrare in sintonia con la WWE però è dettata dal fatto che non voglio solo divertirmi, ma nel farlo non voglio essere preso in giro. Da 20 anni, spesso, la WWE fa un attentato all’intelligenza umana del fan, accanito o occasionale che sia. E i numeri, gli incassi, dicono che hanno ragione loro. Perché? Perché, alla fin fine, il fan non abbandona mai davvero il loro prodotto.

Ecco perché non credo a nessuno di quelli che si sono lamentati di Elimination Chamber, Royal Rumble, e di qualunque altro show abbiate visto della WWE negli ultimi anni (facciamo 10, per non abbondare). Non credo neanche a chi dice “adesso guardo altro” oppure “passo a vedere federazione X che non sia la WWE”.

La WWE siamo noi. Sono la nostra curiosità, le nostre speranze. Ancora oggi ricordo un lettore che davanti a quell’abominio di Bray Wyatt vs Randy Orton della scorsa Wrestlemania diceva: “non fa schifo, va bene, sicuramente hanno grandi idee future”. La grande idea è stata il licenziamento di Bray e la sostituzione con Alexa, e poi il nulla. Oppure un altro lettore che giustificava l’insensata vittoria di Becky a Summerslam perché “il regno di Bianca è stato piatto”.

Il fan vuole essere preso in giro. E quando si trova davanti un prodotto più curato, si perde. Vuole cose immediate, semplici, che non gli chiedano di pensare. La WWE dà proprio questo. Il pubblico arabo e buona parte del pubblico mondiale ha gioito a Lesnar campione. Fa nulla se Rollins è stato sotterrato, o se gli altri concorrenti al match siano durati poco o se ad oggi non esiste un main eventer a Raw o Smackdown oltre Brock e Roman, che al momento sono degli Dei greci. Inarrivabili.

Tu la WWE non l’abbandonerai mai. Perché magari ora sei anche arrabbiato/a. Ma poi c’è Wrestlemania. Che fai, molli proprio adesso? Fa schifo? Ma poi arrivano i ritorni estivi (Edge e Cena ti dicono qualcosa?) e poi c’è Summerslam, poi il draft e Survivor Series. Pazienza se ti lamenti ad ogni evento. Tornerai indietro, darai una seconda (e una terza, una quarta, una quinta, ecc) possibilità.

Ecco perché non temi la WWE in sé. Ma temi la WWE in te. Hai paura di scoprire che ha sedimentato qualcosa con la quale non puoi farci nulla.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.