Con la vittoria del titolo WWE da parte di Brock Lesnar sono cambiati un po’ tutti gli scenari attorno ai titoli principali della WWE. Perché improvvisamente Roman Reigns è rimasto senza sfidanti e guardando nel roster di Smackdown non c’era un face pronto a rilevarne una title shot.

È un problema che il brand del venerdì sera si porta avanti da tempo. Ovvero l’incapacità di offrire a Roman Reigns dei face che non siano estemporanei e che nel contempo non siano un semplice +1 da aggiungere alla casella del suo regno. Dietro, nel midcarding, non cresce veramente nessuno. Ci sono diverse storyline, ma nessuna veramente improntata a sviluppare chi dovrà superare lo scoglio del Tribal Chief.

Ecco, Seth Rollins non è uno di quelli che devi costruire. Ha uno status così grande, che dove lo metti ci sta a pennello. È una superstar a tutto tondo e con Roman ha dei trascorsi che ciclicamente tornano. Se dovesse vincere il titolo, nessuno – credo! – si strapperebbe le vesti e griderebbe allo scandalo.

Però non posso, non possiamo restare impassibili davanti alla pigrizia del team creativo. Perché magari tornasse campione, il buon Seth. Magari! Ma non così, non buttato a caso in un altro roster con la prospettiva di pigliare il titolo e poi tornare a Raw come se nulla fosse successo. Non si può pensare che tutto si aggiusti muovendo due caselle e poi riportandole al proprio posto.

Visto il percorso che stava facendo a Raw, la soluzione ideale sarebbe stata quella di fargli vincere il WWE Title, senza scomodare Lesnar. Non so se la WWE avesse promesso qualcosa a Brock. Ma so che Rollins avrebbe meritato una soluzione più coerente e lineare di quella attuale per andare alla caccia di un titolo e magari – magari! – conquistarlo.

Studentessa universitaria con la passione per la scrittura e le serie TV, qui vi faccio compagnia con i miei report e gli editoriali. Attualmente trovo molti atleti interessanti ma rimango fedele sin dal 2014 al mio 'credo' per il King Slayer Seth Rollins e il fu Dean Ambrose, motivo quest'ultimo per il quale ho aperto i miei orizzonti verso i lidi giapponesi e l'AEW