E alla fine sorpasso è stato. Il regno da campione del mondo di Brock Lesnar è ufficialmente più lungo di quello di CM Punk, ottenendo un primato di longevità per quanto riguarda i tempi moderni (Bruno Sammartino rimane e rimarrà sempre irraggiungibile). Ma è dalla durata che si giudica la qualità di un regno?

 

Sono andato per curiosità a rivedere quante volte il pupillo di Paul Heyman abbia difeso la cintura conquistata contro Goldberg a Wrestlemania 33. Da allora le difese titolate sono state quattordici. Considerando che è campione da circa un anno e due mesi abbiamo una media di una difesa al mese, in linea con questi tempi di special event mensili. Il problema è quando leggiamo più attentamente i dati: di queste quattordici difese ben otto sono avvenute in house show, incontri che in ottica televisiva non sono nemmeno canonici, sono molto rari i casi in cui vi si sia verificato un cambio di titolo in tali circostanze. Negli altri casi parliamo di cinque special event (Great Ball of Fire, Summerslam, No Mercy, Royal Rumble, Wrestlemania) più la Greatest Royal Rumble che nonostante le riprese televisive alla resa dei conti si è rivelata poco più che un house show in grande. Oltre a questi vi è stato il match contro AJ Style senza titoli di mezzo alle Survivor Series e un match non titolato contro The Miz in un house show. Sei difese in quattordici mesi incomincia a dare un’immagine apparentemente più desolante, ma ricordiamo che fino a poco tempo fa vigeva la separazione dei roster negli special event salvo qualche eccezione, quindi le difese titolate sono meno frequenti alternando gli show mono-roster.

Prendiamo però un caso recente e facciamo un paragone e vediamo come AJ Style abbia difeso il titolo mondiale in televisione lo stesso numero di volte di Lesnar, sei, con la differenza che l’inizio del suo regno sia successivo di ben sette mesi a quello di Brock. Prendendo invece a paragone CM Punk che ha avuto un regno dalla durata simile, la difesa della cintura mondiale è avvenuta in totale ben diciannove volte (quattordici special event, cinque puntata settimanali, house show non contati).

Andiamo a vedere il minutaggio degli incontri visti in tv. Nel fatal four way di Summerslam sono stati superati i venti minuti, contro Strowman circa nove minuti, contro AJ sui quindici minuti, nel triple threat della Rumble più o meno undici minuti negli ultimi due scontri contro Reigns si è arrivati a quindici e nove minuti. Con l’eccezione del fatal four way che coinvolgendo quattro atleti difficilmente dura poco, possiamo dire che la maggior parte degli incontri della Bestia abbia un minutaggio da puntata settimanale. Le difese di Styles non sono mai andate sotto i quindici minuti arrivando spesso a venti e oltre.

Ora che ho spulciato tutte queste statistiche mi viene da chiedermi: che significato hanno questi numeri? Nessuno!

Nel wrestling il numero dei titoli o i record di longevità non contano come negli altri sport. E’ sport spettacolo, contano le emozioni che la storia riesce a suscitare. Se prendo ad esempio il mio idolo Edge i suoi regni duravano come un gatto in autostrada, la maggior parte durava un mesetto e mezzo e già perdeva la cintura. Ma il regno di tre settimane partito con il primo incasso a sorpresa del money in the bank e condito con la sex celebration vale più di uno anonimo di cinque o sei mesi stile Del Rio. Il problema di Lesnar non è tanto per le scarse difese, ma paga la qualità bassa degli incontri. Aver impostato il suo stile di lotta riducendo al minimo il parco mosse, unito allo star power troppo superiore ai suoi avversari fa sì che i match siano brevi e ripetitivi. Lo stesso regno di Punk io non lo ricordo tra più grandiosi (meglio quello breve dell’estate 2011) ma è stato buono sia come lottato che come promo, con un turn heel arrivato proprio quando iniziava a stancare dopo mesi con la cintura alla vita.

Non basta la longevità per rimanere nella storia, mi viene in mente il regno da campione dei pesi leggeri di Gregory Helms durato un anno e per fortuna che me ne sono ricordato io, perché secondo me pure lui se n’è scordato da quanto è stato anonimo.

Il non apparire durante Raw, le poche difese titolate e il resto hanno sì motivi economici alle spalle, ma dal punto di vista narrativo servono a far odiare Lesnar e a metterlo su un piano diverso rispetto al resto del roster, così che quando finalmente verrà schienato il vincitore avrà un guadagno pazzesco secondo la WWE. La preoccupazione è che il lavoro di questi anni possa venire sprecato con Reigns. Non è una critica al wrestler, ma è una considerazione sul fatto che il pubblico già a Wrestlemania ha mostrato di non voler accettare una sua vittoria, per cui anche battendo Lesnar rimarrà odiato come lo è ora. Una mossa furba potrebbe essere rendere Reigns il nuovo Lesnar dal punto di vista mark, così che a quel punto chi lo sconfiggerà avrà questo benedetto “push della vita”.

Concludendo, a me questi record di longevità in sé sono sembrati sempre ridicoli e discorso simile per il numero di vittorie. Perché se io sono campione e per sei mesi vinco e perdo la cintura quattro volte sull’albo d’oro sono un four-time World champion, ma se per lo stesso tempo non avessi mai perso la cintura (risultato quindi migliore) nel mio palmares il titolo mondiale sarebbe sempre e solo uno. Quindi smettiamola di dar troppo conto a questi record di cartone, speriamo invece di emozionarci per le storyline raccontate. Un regno breve e divertente sarà sempre meglio di uno lungo e anonimo.

Sergedge – EH4L