Torna in versione speciale la rubrica che ha tenuto banco un anno fa riguardo la scena italiana. Quest’oggi parliamo di una federazione milanese, la Total Combat Wrestling, che in questo 2017 è stata tra le più continue nell’organizzazione degli show e delle storyline riguardanti il nostro sport preferito. Parliamo con il presidente Jacopo Galvani di ciò che è accaduto.

1) Chi è Jacopo Galvani e quando nasce la TCW?
Sono un giornalista sportivo, che si occupa di calcio, direttore del sito milanorossonera.it, caporedattore di Radio Milan Inter ascoltabile in FM 96.1, dal sito, da Facebook e dal digitale terrestre. Sono opinionista di Sportitalia e Telenova. La TCW nasce il 2 ottobre del 2006.

2) Perché TCW? Com’è è nato il nome e soprattutto perché la nomea di “ribelli”?
La TCW nasce da un’idea, l’idea di poter cambiare qualcosa nel mondo del wrestling italiano. Nasce dalla consapevolezza di poter fare e creare qualcosa di nuovo. Il nome nasce la sera che ci siamo riuniti per la prima volta per vedere cosa fare, era circa fine settembre 2006. Prima è nato l’acronimo TCW e poi il nome. Infatti, inizialmente, Fosco – Golem – aveva coniato il termine Time Championship Wrestling, che però non convinceva nessuno e così è nato Total Combat Wrestling. L’acronimo TCW ci piaceva per come suonava. Perché Ribelli? L’idea non è mia, ma di chi ci ha definiti tali, nel momento in cui io inseguivo un’idea, uno stile di combattimento, mi sono scontrato con la proprietà che non concepiva certe situazioni di ring – hardcore – e così ho deciso di dar luce alla Total Combat Wrestling e quando ce ne siamo andati, la persona con cui avevo avuto dissidi ci definì proprio “Ribelli”! Così abbiamo avuto l’idea di far nostro il termine “io sono un ribelle” che poi è diventato il nostro brand per anni.

3) Com’era il wrestling quando avete iniziato? Cosa ricordi di bello e di brutto dei primi tempi?
Io ho iniziato in XIW, allora c’era più romanticismo, eravamo in pochi in tutta Italia e tutti amici. Si inseguiva un sogno ed una passione comune. Cosa non ha funzionato? Quello che non funziona ancora oggi, il proprio ego!

4) La TCW ha vissuto varie fasi, tra scissioni, critiche, eventi di rilievo e collaborazioni saltate. E’ davvero così difficile fare wrestling in Italia e portare avanti una propria idea?
È vero, TCW ha vissuto varie fasi, belle, meno belle ed alcune disastrose. Noi seguiamo un percorso, una linea guida tracciata da un gruppo, siamo andati incontro ad esigenze di tutti, poi ovviamente non possiamo distruggerci per qualcuno. Alle volte le collaborazioni durano ed alle volte si chiudono. Abbiamo chiuso quella con WIVA o meglio, i patti sono da rivedere, per problemi interni loro. Noi per fortuna abbiamo un gruppo storico molto solido che porta avanti l’idea iniziale e quindi riusciamo a sopravvivere in un clima sereno da oltre 10 anni. Ovvio, a volte ci sono discussioni e si scende a compromessi, ma posso affermare che la TCW è una piccola isola felice. È difficile? Sicuramente, specie perché troppe persone nel mondo del pro wrestling mettono il proprio ego davanti a tutti e non guardano mai il bene del gruppo. Sai il poter apparire “fighi” sui social network è la cosa più importante oggi ed il wrestling ti dà quest’opportunità!

5) Che risultati avete raggiunto in questi anni? Alcuni ragazzi sono andati ad allenarsi e a lottare all’estero, com’è stata quella esperienza e com’è stato collaborare con federazioni straniere?
Di risultati ne abbiamo raggiunti tanti, il primo la continuità, 88 show reali in 11 anni! Cosa intendo per reali? Intendo show formati da almeno 5 match, non esibizioni da un paio di incontri considerati come show! Mi spiego meglio, se in un giorno fai 6 incontri divisi in due parti per noi è uno show solo e non 2! Alcuni ragazzi si sono allenati ed hanno combattuto all’estero, Break Bones in NWA North Carolina, il Marchese nella federazione di Dory Funk dove è stato campione, Scandalo!, Darkness II, Rocco Gioiello e Marieddu a settembre si sono allenati ed hanno combattuto in varie federazioni inglesi, con una di queste è nata una vera e propria collaborazione che ha portato e porterà grossi benefici alla TCW ed al movimento italiano in generale. Infatti siamo la prima federazione italiana ad aver organizzato e partecipato ad uno show con una realtà inglese. Questo credo, senza falsa modestia, che sia un eccellente risultato!

6) Spesso si sentono tante critiche sul livello di preparazione e sulla qualità degli atleti TCW. Secondo te qual è il motivo di tanto astio?

Guarda le critiche ci hanno permesso di crescere e soprattutto di continuare, non ci hanno mai ferito. Molti parlano senza nemmeno averci mai visto e solamente perché sono stati imbeccati da qualcuno che ha il dente avvelenato nei nostri confronti. Noi cerchiamo di crescere ed elevare il wrestling italiano, è ovvio che chiamare due grandi stranieri e farli combattere uno contro l’altro crei un match migliore, ma questa operazione non giova all’Italia, ma solamente al portafoglio dei lottatori stranieri. Perché c’è tanto astio nei nostri confronti? Non lo so, chiedilo a loro, io sono felice e soddisfatto quando vedo un sold out come a “Botte sotto l’albero 2017” e quando vedo i nostri fan felici, soddisfatti e che hanno piacere nel vederci e soprattutto nel supportarci! Il nostro è percorso tortuoso, ma sono sicuro che pagherà ed in parte lo sta già facendo!

7) Cosa si prevede nel 2018 per la tua creatura?
Vorrei precisare una cosa, la TCW non è Jacopo Galvani, ma è di più persone, quindi è la creatura del gruppo, è di Scandalo, Alessio Garbini, Luca Bruzzano, Rocco Gioiello, Frank Bonsai, Marieddu, Daniele Rizzi, Il Marchese, Black Ice, Fenice, Campari, Carlo Birra, Pain, Jacob, Mefisto, degli arbitri Mattia, Lolli e Gaetano e di tutti quelli che ho dimenticato! La TCW funziona e funzionerà per sempre perché è mossa da un gruppo e non da una sola testa! È vero, alle volte ci si scontra, ma il buon cuore, l’affetto che ci unisce, ci ha fatto sempre superare ogni ostacolo! Chi ci ha lasciato, è sempre chi ha pensato al proprio ego e mai al gruppo! Poi, forse, qualcuno ci ha lasciato perché aveva idee diverse o obiettivi non comuni, ma numeri alla mano, mi sembra che siano poi spariti nell’anonimato. In ogni caso, fiero di essere uno dei peggiori, TCW Never Dies!

Volete vedere gli atleti della TCW in azione? Ecco quando e dove. Non mancate!

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.