Sono in Inghilterra, c’è un discreto freddolino ma si sta piuttosto bene. Superato l’incubo Brexit che per ora non ha portato grandi sconvolgimenti in Gran Bretagna, riesco a incontrare MAX PEACH (vero nome, Mario Vecchione), ovvero uno di quei classici casi di come gli italiani sappiano farsi apprezzare all’estero dimostrando seriamente di aver imparato qualcosa. E dimostrandolo in maniera umile, gentile, senza doversi sentire superiore a qualcuno – pur potendoci provare, a sentirsi superiore a tanti colleghi emigrati e mai migliorati. Ho parlato con lui delle sue esperienze, conosciamolo un po’.

1) Chi è Mario Vecchione e quando si approccia al wrestling?

Mario Vecchione è uno studente di Medicina e Chirurgia di 22 anni che sta facendo del Wrestling la sua vita. Il primo approccio c’è stato all’età di 8 anni quando nel famoso “Boom” di Wrestling Italiano nel 2002/2003 ho iniziato a seguirlo in TV. Con l’avvento di Internet il mio interesse si è allargato sempre di più arrivando all’Indy Wrestling e al Puroresu. Il primo grande passo è stato nel Settembre 2011 quando per il 18esimo compleanno mi sono regalato un viaggio negli Stati Uniti per assistere a degli show di Wrestling della AAW e della SHIMMER convinto che sarebbe stato il picco della mia passione. Lì ho conosciuto Saraya Knight che, nel chiederle un autografo, mi disse “Hai gli occhi di qualcuno che fa Wrestling? Sei un Wrestler?”. Ovviamente la risposta fu negativa e fui subito invitato ad allenarmi con lei a Norwich per una prova e il resto poi è storia

2) Che personaggio interpreti e perché? A chi ti sei ispirato? Cosa vuoi dimostrare sul ring?

Max Peach è Mario Vecchione con dello spandex e lycra come indumenti. Un nerd retrogamer appassionato di fumetti e serie TV molto timido ma felice di fare quello che ama. Ho sempre visto e studiato il Wrestling molto seriamente ma quando ho scoperto che mi riusciva difficile essere un altro me ho pensato che forse portare se stesso sul ring ti dà una marcia in più, ti dà più chance di divertirti e avere la mente concentrata solo sul tuo avversario e il tuo match. Diciamo che quindi Max Peach salendo sul ring lotta per tutti quelli a cui almeno una volta nella vita è stato detto che non ce l’avrebbero mai fatta perché troppo piccoli, troppo grossi, poco adatti e in generale fatti sentire in adeguati. Con il duro lavoro e la passione non c’è obbiettivo che non può essere raggiunto, per quanto difficile possa essere

3) Sei un talento ICW eppure si parla di te soprattutto per la tua esperienza britannica. Come sei giunto in Inghilterra e cosa hai imparato fino ad ora? Quali sono le differenze tra l’Italia e il loro panorama?

Paradossalmente sono arrivato prima in Inghilterra come diceva prima imparando i primissimi rudimenti del Wrestling. Lì ho conosciuto Queen Maya che per diversi anni mi ha incoraggiato sul perseguire il mio sogno (giacchè al Sud Italia non c’erano palestre di Wrestling ed ero convinto che non sarei mai tornato sul ring) fino a quando non è stato aperto ufficialmente il primo Polo ICW nel Sud Italia un paio di anni fa. Sono poi ritornato in Inghilterra un anno fa per un allenamento e sono finito a lavorare lì a tempo pieno, ottenendo moltissime soddisfazioni che non avrei immaginato di avere così presto nella mia carriera. Avendo lottato moltissimo all’estero e respirato l’aria dei backstage posso veramente dire che le differenze non sono così tante come può sembrare magari da fuori. Il pubblico può sembrare la più grande differenza di tutte perché di base un pubblico è capace di rendere un match storico o facilmente dimenticabile indipendentemente dalla bravura degli atleti coinvolti. Durante un viaggio in macchina verso uno show, questo Maggio, parlai con Scott Hall chiedendogli consigli su come attrarre una particolare fetta di pubblico e la sua risposta è forse la più completa quindi la riporto nella sua interezza: “Nel Wrestling sono molti i tipi di pubblico dinanzi ai quali lotterai. La maggior parte sono famiglie con bambini ai quali non importa della mossa o dello spot complicato. I più conosciuti sono gli smart in quanto più facilmente esprimono le loro opinioni sul web e loro sono capaci di renderti famoso o distruggerti nel giro di qualche riga. I Giapponesi invece esprimono la loro opinione silenziosamente ma indipendentemente dal Wrestler che sei puoi considerarti veramente se sei capace di lottare dinanzi a ciascuno di questi pubblici e ottenere una reazione lasciandogli sempre un buon ricordo di te”. Riducendo il Wrestling a questo l’Italia e in Inghilterra non sono poi così diverse avendo entrambe un pool di talenti fenomenale capace di intrattenere bene. La vera differenza sta nella cattiva pubblicità che si è fatta al Wrestling nel corso degli anni tramite i media qui in Italia ma credo che un po’ alla volta il Wrestling stia tornando in auge anche in Italia

4) Come vedi il panorama italiano oggi? Pensi ci siano stati dei passi avanti oppure è tutto fermo?

Direi che il panorama italiano non è mai stato più florido di così, il che è veramente un bene. Più diversità e più realtà portano sempre ad un confronto e ad un miglioramento reciproco. Nel 2001 la Italian Championship Wrestling ha davo vita ad una rivoluzione per il Wrestling Italiano, creando dal nulla e con molti sforzi la più grande realtà Italiana riconosciuta in tutta europa, esportando talenti all’estero mettendo su show in tutta Italia e diventando famosa per la propria conoscenza e attitudine nel preparare nuovi talenti. Negli ultimi anni il Wrestling ha portato a galla molte altre realtà, con obbiettivi diversi, e che stanno muovendo passi nella direzione giusta, dando un nuovo volto al Wrestling nostrano. Considerando la solida fan base e il seguito che si sta costruendo negli anni, immagino il passo successivo sia quello di essere riconosciuti maggiormente a livello mondiale, cosa che si sta iniziando a fare con atleti Italiani sempre più impegnati in America, Giappone e resto d’Europa.

5) Hai degli aneddoti felici e meno felici della tua esperienza all’estero? Qualcosa che ti è rimasto molto dentro?

Di aneddoti ne ho davvero moltissimi riguardo alla mia esperienza all’estero. Moltissimi sono indimenticabili e super felici che hanno lasciato un segno in me: fare colazione a tu per tu con Victoria/Tara, impressionare Scott Hall positivamente, offrire da bere a Roy Knight, fare un viaggio in macchina di 17h all’andata e 17h al ritorno in Francia con Robin Lekime e tanti tantissimi altri. Forse la cosa che più mi fa piacere, però, del lottare all’estero è sapere che Max Peach ha molta presa sui bambini. Una bambina a cui avevo una volta regalato un fumetto dopo uno show fatto lo scorso Gennaio, rattristata del mio ritorno in Italia, mi ha fatto recapitare dal padre una tenera letterina nel quale diceva che ero il suo preferito e mi chiedeva se mai avesse potuto essere la mia manager, con tanto di quadratini “Si” e “No” per poter crociare la risposta. Più fan mi hanno spesso regalato fumetti agli show di Wrestling, altri invece hanno recuperato alcuni dei miei dopo i match e li hanno incorniciati nella loro stanzetta. Sapere di far felice le persone anche solo con un gesto o uno sguardo, magari inconsapevole, è forse la gioia maggiore che può dare il Wrestling. Usare la parola triste per descrive dei momenti che ho vissuto forse è troppo ma di momenti difficili nel Wrestling se ne vivono moltissimi. Essere uno straniero all’estero è dura: ti mancano la casa, gli amici, la tua lingua e per uno che invece vive lì magari comprendere queste cose è difficile. La parte più dura è decisamente togliere tempo alle persone a cui più vuoi bene solo per inseguire il tuo sogno, e questo mi ha creato, e continua a farlo, non pochi dubbi ogni tanto che rendono l’esperienza un po’ dura. Ma con un pizzico di fortuna e tanta forza di volontà si riesce a trovare sempre qualche persona un po’ più speciale capace di aiutarti, e tutto torna a sorridere.

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6) Chi sono gli atleti che vorresti sfidare, a livello internazionale e italiano?

Domanda da un milione di dollari. Sono arrivato al Wrestling come fan e ho sempre, erroneamente immagino, vissuto tutto come un fan fortunato che veniva scelto per lottare contro Wrestler che sino a qualche tempo fa era abituato a vedere sullo schermo del PC. Tutt’ora mi riesce assurdo credere che parlare con persone come Blue Nikita, Scott Hall, Ricky Knight, Queen Maya, Mr. Excellent e così per praticamente qualsiasi persona incontro in questo business sia diventata per me la normalità. Da questo punto di vista, dunque, qualunque wrestler diventa per me un Dream Opponent. Questa stessa domanda mi fu posta poco più di un anno fa e risposi che i miei dream match Italiani erano Queen Maya e Mr. Excellent. Li ho affrontati entrambi nel mio primo anno di Wrestling ma, seppur estremamente soddisfatto del risultato, ero ancora acerbo (e lo sono tutt’ora) per dargli la prestazione che avrebbero meritato e quindi rinnovo decisamente i loro nomi. Tantissimi i nomi di giovani Italiani con cui vorrei veramente tanto potermi confrontare: Lenders, Jester, Silas, Rastelli, Gravity, Akira, Fit e molti altri ancora che sono letteralmente il futuro del Wrestling a livello internazionale. Se però vogliamo attenerci letteralmente alla parola Dream Match il primo che mi salta in mente è Prince Devitt/Finn Balor, che è sempre stato la mia principale fonte di ispirazione, e aggiungo a questo un nome che mi ha messo in testa Jimmy Havoc quando mi ha visto fare Chain: Zack Sabre Jr. Essendo il Wrestling Tecnico il mio “Guilty Pleasure”, dopo Mr. Excellent, Sabre Jr. è decisamente sulla mia lista di persone con cui desidero un giorno confrontarmi.

7) Hai avuto modo di allenarti con diversi Wrestler e avuto diversi allenatori. Ci puoi dire cosa ti hanno lasciato a livello di conoscenza e a livello emozionale?

A fare un elenco veramente, ho avuto modo di allenarmi con tanti, tantissimi Wrestler che sono veri e propri pozzi di scienza. Forse sono troppi per citarli tutti su due piedi ma alcuni mi hanno lasciato particolarmente il segno: Robbie Brookside mi ha insegnato che un Wrestler può essere rispettato e preso sul serio indipendentemente dalla sua stazza e mi ha aiutato ad accettare il mio fisico per quello che era (ed è per questo che quindi lascio crescere i capelli come omaggio a lui); Jimmy Ocean mi ha insegnato che la cosa più unica che mi caratterizzava era il mio sorriso e che devo portarlo sempre nel ring; Charlie Kid mi ha dato forse l’insegnamento più grande e cioè tenere a mente che in un match quel che fa la differenza è la grinta che ci metti; KOBRA mi disse che qualunque genere di pubblico mi trovi davanti, vi sono sempre nascoste due-tre persone che, se identificate in tempo, possono cambiare l’atmosfera ad un match; Ricky Knight mi ha convinto che i “Jobber” non fanno solo Squash match e che sono essenziali in questo business; Blue Nikita mi ha spiegato che il rispetto si guadagna sul ring colpo dopo colpo; Queen Maya è l’esempio vivente che se vuoi veramente qualcosa e lavori duramente per averla i sogni diventano realtà; Jimmy Havoc mi ha invece semplicemente choccato nella sua estrema gentilezza e la sua disponibilità.

8) Dici che ti rende felice rendere felici i bambini. Hai Mai pensato ad un Max Peach diverso da ora? Più adulto e più cattivo?

Eh … un Peach diverso … ci sono passato. Nonostante sia appassionato di fumetti e videogiochi quando si tratta di diventare seri e dare il 100% sul ring sono sempre in prima fila per provare a superare i miei limiti e dar spazio a tecniche che tendo spesso a nascondere. Sono passato al lato oscuro qualche volta e paradossalmente sono alcuni dei miei match che preferisco. In particolare il match fatto lo scorso Ottobre contro Magic Degan (disponibile su Youtube) che, per cornice e risultato ottenuto, credo sia uno dei migliori che abbia fatto. La verità è che da Heel ho molto l’influenza di Ricky e Saraya Knight e, proprio in occasione del match citato poco fa, sono finito assalito dal pubblico per quanto mi ero spinto oltre. In definitiva si, Peach ogni tanto cambia le regole del suo gioco ma con un fumetto in mano è decisamente più tranquillo.

9) Quali obbiettivi hai per il futuro?

Di obbiettivi ne ho tantissimi e mi piace molto saltare da uno all’altro nel breve termine. Fino ad ora mi ritengo particolarmente soddisfatto di quel che sono riuscito ad ottenere in circa 2 anni come Wrestler ma ne ho ancora a bizzeffe da raggiungere e non rallenteró neanche un secondo per raggiungerli. Ho gli occhi puntati da molto sulla cintura di Campione dei Pesi Leggeri ICW e ogni mio sforzo è rivolto a conquistare quella cintura. Vorrei espandere ulteriormente i miei orizzonti all’estero, cercando di aggiungere a Regno Unito e Francia anche la Germania al mio palmares entro la fine del 2017. Nel lungo tempo, però, il mio obbiettivo principale è quello di arrivare in Giappone e lottare al Korakuen Hall di Tokyo come Gaijin affermato, seguendo le orme di Prince Devitt.

Grazie a Peach per la grande disponibilità, alla prossima!

(Foto credit: ICW)

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.