Lo scandalo che ha colpito la povera Paige e Xavier Woods, considerando la situazione forse anche più povero di lei, è qualcosa di infido, brutto, meschino. E’ qualcosa che può segnare l’immagine di una persona per molto tempo, soprattutto perché viviamo in un mondo che ancora oggi si scandalizza di vedere in video delle cose che più normali non potrebbero essere. La società di oggi vede nella cura dell’immagine la maniera di giudicare, molto, troppo spesso, tutte le persone, che queste siano famose o no.

Ma uno scandalo sessuale non è l’unica tipologia di scandalo che può colpire una persona, e spesso sono gli stessi protagonisti a farsi carico della propria responsabilità cercando di ovviare al problema. Questo è ciò che fece per esempio Kurt Angle, prossimo nome di punta della classe della Hall of Fame della WWE in questo 2017.

Kurt Angle infatti, oltre ad essere uno dei lottatori americani più tecnici di sempre, ad aver vinto una medaglia d’oro olimpica alle olimpiadi di Atlanta del 1996 e aver la bacheca dei trofei stracolma di titoli mondiali, è stato anche uno dei pochi ad aver messo il bavaglio alla Extreme Championship Wrestling di Paul Heyman, agli albori della sua carriera professionistica.

Poco dopo la sua grande vittoria alle olimpiadi infatti, il suo  nome era sulla bocca di molti, moltissimi Promoter in giro per il mondo. I giornalisti non facevano che ricordare quando fosse bravo e le compagnie di Wrestling facevano a gara per portarselo nei propri Show. Uno dei primi che ci riuscì fu Paul Heyman, che all’epoca portava avanti la tanto leggendaria quando bistrattata Extreme Championship Wrestling.

A convincerlo fu un altro lottatore di Pittsburgh come lui, Shane Douglas, che approfittò della sua conoscenza per trascinarlo in uno spettacolo della compagnia nella quale lui militava. Angle accettò di partecipare all’evento, High Incident, e nonostante le sue aspirazioni fossero ben altre, quello poteva essere un inizio per cominciare a rapportarsi al Pro Wrestling. Se ne pentirà amaramente.

Angle fu annunciato alla folla che lo acclamò, in quanto eroe americano, e gli propose in pieno stile ECW di salire sul “loro” Ring per dimostrare di essere, oltre che un grande atleta amatoriale ed olimpico, anche estremo. Angle quella notte non prese parte a nessun Match, fu semplicemente intervistato sul quadrato e si sedette poi a commentare un incontro. Dopo il commento del Match però, che vide Taz sconfiggere Little Guido, si trovò costretto a lasciare l’arena abbastanza arrabbiato.

Durante la serata infatti, la ECW mise in scena uno degli “Angle” (scusate il gioco di parole) più controversi  della sua storia. Raven infatti, crocifisse, utilizzando del filo spinato per legarlo alla croce, The Sandman. Oltre al bagno di sangue, e quindi alla macabra visione, Kurt fu letteralmente scioccato e inorridito dalla blasfema immagine proposta in uno Show che sarebbe poi stato visto, potenzialmente, in tutti gli Stati Uniti d’America.

Non so se semplicemente per curare la sua immagine, al momento costruita sul fatto che era un grande eroe sportivo americano, o anche per vera devozione verso la religione cattolica, o al limite per rispetto, ma Angle deciso di lasciare il palazzetto immediatamente e diffidò molto seriamente Paul Heyman ed i suoi compari, di mandare le sue immagini nello stesso documento visivo della crocifissione. Chiuse li ogni rapporto con la Extreme Championship Wrestling e decise, quando le acque si furono calmate, di parlare dell’accaduto distaccandosi completamente dal tutto.

Kurt Angle prese poi parte ad un Match della National Wrestling Alliance prima di finire nella World Wrestling Federation di Vince McMahon, che, ironia della sorte, di li a poco avrebbe crocifisso Stone Cold Steve Austin e tentato di crocifiggere Stephanie McMahon. Ma si sa, il luogo ed i denari erano molto diversi, quindi Kurt decise, con poca coerenza e molta furbizia, di evitare di lasciare la WWF.

Probabilmente Kurt Angle fece bene a reagire in quella maniera in quello Show della ECW, e probabilmente, considerando le circostanze, fece bene anche a non reagire allo stesso modo quando si trovava nella WWF, ma sicuramente entrambi i segmenti sono da condannare, probabilmente quello della WWF ancora di più, dato che la ECW era una compagnia di nicchia e coloro che la guardavano, era perché andavano direttamente a cercare quel tipo di cose.  Sta di fatto che Kurt Angle da quel momento si autodefinì, seppur solo con le sue azioni, un non estremo.

La sorte però è beffarda, a diversi anni dopo, quando l’ormai WWE decise di riportare in vita quella tanto discussa Extreme Championship Wrestling, Kurt Angle fu scelto per essere l’uomo di punta del Brand e della compagnia in quel progetto. Insomma, un bello scherzo del destino.

Anche queste situazioni, e tralascio di parlare dei torti e delle ragioni, sono dei piccoli mattoncini che hanno contribuito a costruire quella che comunque è e rimane una leggenda del Professional Wrestling, oltre che del Wrestling olimpico. Kurt Angle con tanti titoli WWE, TNA e NJPW, entra nell’olimpo della disciplina, la Hall of Fame della WWE, il posto dove leggende accomodano la loro carriera e vengono, nel bene e nel male, celebrati per ciò che di grande ci hanno dato e continueranno a darci. Il prossimo 31 Marzo, sarà la sua notte, e chissà che anche il 2 Aprile, in un modo o nell’altro, non possa essere un altro punto cruciale della sua carriera.

 

 

Direttore di Zona Wrestling. Appassionato di vecchia data, una vita a rincorrere il Pro Wrestling, dal lontano 1990. Studioso della disciplina e della sua storia. Scrive su Zona Wrestling dal 2009, con articoli di ogni genere, storia, Preview, Review, Radio Show, attualità e all'occasione Report e News, dei quali ha fatto incetta nei primi anni su queste pagine. Segue da molti anni Major ed Indy americane e non.