Due lettere possono significare molte cose.

Possono essere un acronimo, possono essere una parola, possono essere una nota musicale e possono rappresentare un nome. Un nome può rappresentare poi tantissime altre cose: un male, un bene, un criminale, un eroe, un esempio, un fallimento, un dolore. La E e la G, come in quel polsino nero scritto in bianco, per la maggior parte di coloro che hanno assaporato la sua anima, due lettere significano soltanto una cosa: Eddie Guerrero .

Sono passati 3652 giorni, 522 settimane, 120 mesi. Sono passati dieci anni. Dieci anni da quando un rumore troppo assordante per essere compreso all'istante, troppo particolare per essere abituati a sentirlo, ha rotto il silenzio con un evento imprescindibile, ma che quando accade coglie sempre di sorpresa. Come se il tempo non dovesse passare mai, come se la vita fosse infinita fino a che la fine non si avvicina davvero. Come se i fulmini a ciel sereno, fossero davvero soltanto un fenomeno fisico inesistente, fantasioso, metaforico. Quel giorno ci rendemmo conto che la vita da, la vita toglie, ma soprattutto la vita scappa. Scappa più veloce e rapida non solo di come è arrivata, ma di come si è sviluppata, creata, costruita. Sono passati davvero dieci anni, perché era il 13 Novembre del 2005, da quando Eddie ha ceduto alla morte, nel momento in cui aveva finito di sfidarla.

E' stata una vita costellata di incertezze quella di Latino Heat. E' stata una vita calpestata dal suo stesso padrone, un padrone che solo troppo tardi si è reso conto che in realtà nessuno possiede la sua esistenza. Se ne è reso conto dopo aver raggiunto il massimo. Dopo che i suoi traguardi li aveva afferrati. Il primo, il più importante, quello di lasciare dietro di se le ombre appiccicose dei fantasmi della dipendenza. Non si è mai arreso Eddie, anche quando sapeva che sbagliava, anche quando sapeva che non poteva fare a meno di sbagliare. Si rendeva conto di essere allo stremo ma allo stesso tempo combatteva. Combatteva quando sua moglie lo mandava via di casa. Combatteva quando si vergognava di ridursi in quello stato davanti alle sue figlie. Ha combattuto anche quando si è spaccato tutte le ossa.

Non era un santo Eddie. Ma per tutti coloro che pensano che sia impossibile lasciarsi alle spalle una vita pestata dai propri piedi, Eddie è un esempio. Ha dimostrato con il lavoro e con quello che rimane il carattere di una brava persona, che dopo il buio può arrivare la luce. Ha dimostrato che si può salire in cima al mondo. Ha dimostrato che, nel bene e nel male, toccare il fondo non significa fallire.

Lo ha dimostrato perché è stato un grande campione. In tutto. Uno dei più amati Face di sempre. Uno dei più odiati Heel di sempre. Uno dei campioni più apprezzati, uno dei senza titolo più Over. Ha sudato, sanguinato e pianto. Ha volato, sofferto e innovato. Ed è il solo pezzo che mi manca davvero nel mondo del Wrestling che vivo oggi. Ci hanno provato ad imitarlo, a creare qualcosa che gli potesse anche soltanto somigliare, ma mai nessuno ha raggiunto nemmeno con lo sguardo quell'aurea di invincibilità genuina che lo circondava. Eddie Guerrero rappresentava in ognuna delle sue incarnazioni, l'uomo in più. Dove non arrivava col fisico, arrivava con la mente. Dove non arrivava con la mente, arrivava con l'anima. Dai Match ai promo, dai promo agli abbracci e alle lacrime di un momento indimenticabile.

Dicono che quando si muore si rimane per l'eternità con addosso i vestiti di quel fatale momento, e allora mi fa sorridere, pensare al buon Eddie con la sua vestaglia mattutina ed uno spazzolino in mano, per l'eternità. Sono sicuro che non si sente ridicolo, non ha nessun  problema, sotto quella vestaglia avrà la sua calzamaglia, pronto per sferrare la sua Frog Splash ai primi Tres Amigos che incontrerà. E poi, diciamocela tutta, la sua vita, quando è rinato, la dedicava a fare divertire la gente, a strappare un sorriso, con quella vestaglia e quello spazzolino sa bene di far sorridere in qualunque angolo del mondo ed in qualunque casa, almeno qualcuno. E' questo, per lui, è ciò che conta.

Quindi nel ricordo di una vera leggenda, non siate tristi, non abbiate paura di ricordare. Eddie Guerrero è in ognuno dei nostri cuori e fino a quando ci resterà, non sarà mai morto davvero. Gli hanno consegnato le chiavi del paradiso. Gli hanno offerto il miglior contratto della sua carriera. Non ha potuto rifiutare anche se non avrebbe voluto, ma adesso, come sempre, ci da dentro più di chiunque altro, sul quadrato dell'eternità, osservandoci dallo Stage più importante di tutti, come disse qualcuno più importante di me, fregando qualcuno, mentendo a qualcuno e rubando tutti i nostri cuori.

Direttore di Zona Wrestling. Appassionato di vecchia data, una vita a rincorrere il Pro Wrestling, dal lontano 1990. Studioso della disciplina e della sua storia. Scrive su Zona Wrestling dal 2009, con articoli di ogni genere, storia, Preview, Review, Radio Show, attualità e all'occasione Report e News, dei quali ha fatto incetta nei primi anni su queste pagine. Segue da molti anni Major ed Indy americane e non.