Il licenziamento di Alberto del Rio (vero nome Alberto Rodriguez) è solo uno dei tanti casi che affollano il quartier generale di Stamford in questo periodo. Tra crolli in borsa, licenziamenti in gruppo e il flop del Network (così si è espresso un funzionario WWE) in questo momento i McMahons sono discretamente preoccupati.

I rumors dicono che tranne a Wrestlemania, la promotion del nord non userà pyro e potrebbe accorpare siala registrazione dei tapings che gli house show. La realtà dice che lunedì scorso a Raw, Triple H è stato costretto alla più ignobile delle scenette elemosinando abbonamenti per un network le cui abilità saranno accettabili  tra vent'anni quando la maggior parte del materiale WWE/WCW/ECW sparirà dal web. Ovvero una possibilità che non accadrà a breve e che spinge tanti interessati a cercarsi match, show o ppv su Youtube, Dailymotion o la piattaforma Cloudy che ultimamente sta trasmettendo in streaming e replay aggratis tutti gli show televisivi correnti. Per comprare l'abbonamento del network come privato devi essere un appassionato vero, di quelli che amano la storia e amano trovarsi di fronte a vecchi e intramontabili, quanto sconosciuti, match degli anni 70/80/90.

Il Network è a disposizione sul web "for just nain, naini nain". La frase diventa un tormentone e tutti a gioire, è stato fatto il colpo. Ma il colpo uno lo fa solo quando a seguire la federazione mette sul piatto show di alto livello. Quando vedi invece la sequenza ppv indecente post-Wrestlemania o quando annunciano che a Summerslam Dean Ambrose vs Seth Rollins sarà un Lumberjack Match o quando per due volte Brie Bella vs Steph McMahon è il main event e diventa anche uno dei match del ppv dell'estate, si capisce che l'appassionato di turno preferisce passare e tenersi i "nain, naini nain", magari spendendoli in qualche fast food o burger's. Io l'appello di Triple H lo leggo così: "ragazzi, vi diamo un archivio immenso e i ppv in esclusiiva sul network a soli 9 dollari e 99. Un regalo in pratica. Ah… giusto una cosa riguardo i ppv: non lamentatevi se fanno cagare. Ve lo diamo a 9 dollari e 99. Altrimenti per un livello più alto costerebbe di più".

Gli ascolti crollano, ma per molti sono io quello pessimista. Quando vedo Smackdown a 1.3 con la propensione a cambiare al giovedì, credo che la TNA si sta solo soffiando le mani per prepararsi al sorpasso. Perché questo cambio di palinsesto, oltre a dover riassestare gli equilibri nelle abitudini del fan, metterà in moto un racconto mediatico su una "Thursday Night War" che obiettivamente può solo andare a vantaggio di chi insegue. Quando vedo poi Raw che non supera il 3.2 manco a pagarlo da maggio provo a ricordare le fatidiche parole di qualche collega: siamo in estate, gli ascolti scendono normalmente. Vero, verissimo. Ma il problema è che nel resto dell'anno gli ascolti non salgono più di tanto: a parte un 3.6 post Wrestlemania, per il resto lo show ha vivacchiato con un livello spesso insufficiente.

Alla fine di tutto paga Alberto Del Rio. La versione ricevuta sul licenziamento è vera in parte. Bisogna ricordare come il messicano fosse da tempo scontento della sua situazione e soprattutto degli umori non molto ragguardevoli nei suoi confronti. Che venga licenziato dopo una battuta dal sapore razzista non sorprenda: stiamo parlando di una promotion dove impera il conservatorismo repubblicano più duro, dove dietro le tante attività di solidarietà di facciata c'è una famiglia che ha sostenuto una candidata al Senato americano accusata di essere "verbalmente fascista" dagli stessi repubblicani. Quindi non sorprenda questo licenziamento che, anzi, è una opportunità per tutti: la WWE si libera di un atleta che ha spremuto in modo poco convincente, facendogli vincere troppi titoli mondiali all'inizio e troppo pochi dopo, con poche idee e spesso riciclate; Alberto Del Rio può iniziare a pensare al futuro con più serenità. Fuori da lì è un pezzo grosso, può tornare allo stile primigenio (molto stiffoso e più vario) e trovare attracco in qualche altra bella speranza. Magari la TNA, più probabili la AAA e la GFW di Jeff Jarrett. Avrà il prosieguo di carriera che merita e meno battute razziste alle spalle.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.