È passato poco più di un anno dal ritorno alle scene della Ring of Honor, un periodo che ha portato la compagnia a dover fare parecchio cambi sia davanti, ma soprattutto dietro le scene, con scandali che hanno portato via personalità parecchio importanti, e dei ritorni che hanno fatto bene non soltanto alla compagnia, ma anche a coloro che sono tornati nel luogo che li ha resi famosi. Piccola nota prima di iniziare: non parlerò del PURE Championship, ne ho già parlato ampiamente durante tutto l’anno in più blog, e penso che sia arrivato il momento di focalizzarci ed analizzare tutto il resto che abbiamo avuto.

Partiamo dalla punta di diamante, il titolo mondiale, tenuto in ostaggio da RUSH sin da prima dello stop dovuto alla pandemia, e che a lungo è riuscito a tenerlo stretto alla propria vita, fino all’assalto di Bandido, che in un battito di ciglia è riuscito a detronizzare il toro bianco. In fatto di difese RUSH non è stato un campione assente, più che altro è da criticare la qualità dei suoi match, sia validi per il titolo che non, in cui gli altri membri della Faccion Ingovernable hanno sempre interrotto ogni singolo match, intervenendo e disturbando gli avversari, dando si la vittoria al proprio leader, ma creando un copione che troppo spesso si è ripetuto nel tempo. Per quanto riguarda Bandido è campione da troppo poco tempo, ma gli sfidanti all’orizzonte sono già tanti e tutti molto validi. Speriamo che venga data più concretezza ad un titolo un po’ troppo bistrattato nonostante il glorioso passato. 

Andando poi a vedere i titoli a più uomini, sia tag che six man, mentre all’inizio non sembrava potesse esserci più spazio negli show televisivi, sono riusciti a mantenerli rilevanti, con il regno della Foundation prima e con quello di Lee e King poi. Col ritorno di Bennett e l’arrivo della VLNC UNLTD si aprono altri nuovi interessanti scontri, e delle opportunità per il futuro davvero niente male, e spero che possano iniziare a fare concorrenza alle compagnie che ultimamente gli hanno rubato parecchio pubblico, prima tra tutte la GCW. 

Per il titolo six man mi sento di dire che l’unico trio che avesse senso di lottare per un titolo del genere, i Mexi-squad, è stato fatto sciogliere, quindi, perché mantenerlo attivo? Per dare qualcosa da fare a Shane Taylor? Sarebbe ora di ritirarlo per me, e spero che possa accadere al più presto. 

Ed ora il titolo che secondo me è riuscito a risplendere con delle prestazioni e dei campioni di transizioni che però erano sensati: il TV Championship. Da Dragon Lee che mette su delle difese al limite del legale, a Tony Deppen che inizia l’ascesa del suo gruppo. Se volete recuperarvi qualcosa che possa spingervi a guardare la Ring of Honor, recuperatevi quanto accaduto nella scena di questo titolo secondario.

Ultimo, ma non per importanza, parliamo del ritorno di Mike Bennett, che da un lato ha aiutato il feud tra Vincent e Taven a non essere stantio, e soprattutto a regalare dei buonissimi match. Spero molli questa guerra a distanza con la WWE, si lasci il passato alle spalle, e pensi solamente a fare il meglio per sé stesso. 

Quindi, un anno interessante, sarebbe potuto essere decisamente meglio, ma come ho detto molte volte, è un buon punto per iniziare, ma bisogna evitare come la peste la ripetitività.