The Rock è una delle superstar più amate di sempre e nella sua storia ha saputo reinventarsi più volte in modo da trovare una connessione sempre più forte con i fan. Nella sua carriera, però, non ha sempre vissuto dei momenti esaltanti, arrivando addirittura a pensare di intraprendere altri percorsi lontani dal wrestling. Durante una sessione di Q&A su Instagram, The Rock ha parlato dei suoi alti e bassi e degli episodi che hanno contribuito a portarlo sulla cresta dell’onda.

“In quel periodo il mondo del wrestling è iniziato a cambiare, e i fan non volevano più la tradizione e quelli fatti con lo stampino. Volevano quelli che andavano contro l’autorità, come Stone Cold Steve Austin… A quel tempo [con la gimmick di Rocky Maivia] rappresentavo tutto ciò che non andava nel wrestling e i fan si sono rivoltati contro di me. Immaginate di essere il campione e di sentir cantare ‘Rocky Sucks’ in ogni arena. E’ stato difficile per me psicologicamente, ma anche per la compagnia. Non sapevano che fare. E’ stato il punto più basso della mia carriera. Ricordo il mio primo WrestleMania come campione intercontinentale contro The Sultan (Rikishi), la mia famiglia. E 15.000 persone a Chicago cantavano ‘Rocky Sucks’. Ricordo che Rikishi mi disse di non ascoltarli, ma non puoi farci niente. Questo è stato il momento in cui la compagnia ha pensato che non c’era niente da fare con Rocky Maivia. Mi hanno tolto la cintura e l’hanno data a qualcun altro – Owen Hart, credo. Mio caro amico. Riposa in pace. Mi sono infortunato e sono rimasto a casa. Quello è stato il punto più basso, perché ero a casa, senza soldi e pensavo che la mia carriera nel wrestling sarebbe stata proprio come quella nel football. Sarebbe finito tutto prima di iniziare. Pensavo: ‘Vado alla facoltà di legge’ perché volevo lavorare per la CIA. Ma non potevo permettermelo e le mie abitudini di studio facevano schifo. Ho preso in considerazione anche la UFC, ma preferivo non farmi prendere a pugni in faccia. Ho pensato di andare a lottare in Giappone, ma non sapevo nemmeno se potevo farlo. Avevo bisogno di un nuovo inizio.”

Smaltito l’infortunio, The Rock fece il suo ritorno da heel come membro dei Nation of Domination e questo segnò la sua svolta: “Con il promo a Raw i fan hanno sentito qualcosa, ha visto la differenza perché sono stato semplicemente me stesso. Il PPV successivo è stato a Chicago, il posto dove ero stato fischiato. Parte la nostra musica, e in questo ritmo sincopato, 15.000 persone cantavano fortissimo ‘Rocky Sucks! Rocky Sucks! Rocky Suck!’ Ho la pelle d’oca ora a pensarci, come l’ho avuta allora. Mi sono fermato al centro del ring per vedere cosa sarebbe successo. La gente cantava sempre più forte. Mi sono voltato e mi sono sentito così forte. Senza fare niente avevo il pubblico nel palmo della mia mano. Quando sono tornato in hotel quella notte ho capito che avevo qualcosa di speciale, ed ero così euforico. Era come se un peso si fosse sollevato dal mio corpo. Era quasi come una resurrezione, come un’esperienza religiosa. Ora avrei avuto una vera connessione con il pubblico.”